Valdobbiadene 19 aprile 2009 - Auditorium CELESTINO PIVA
lunedì 23 ottobre 2017
martedì 19 novembre 2013
COME
Come guardare
la nostra nuda presenza
e tremante
nella vastità del mondo...
prima di aver indossato
qualsiasi vestito...
prima di aver recitato
qualsiasi commedia?
La nostra origine...
il nostro fragile
tremendo miracolo?!
la nostra nuda presenza
e tremante
nella vastità del mondo...
prima di aver indossato
qualsiasi vestito...
prima di aver recitato
qualsiasi commedia?
La nostra origine...
il nostro fragile
tremendo miracolo?!
domenica 31 marzo 2013
L'umano...
mezzo fenomeno e
mezzo fantasma...
nella ripida eclisse
del suo frammento a
estrarre secoli dal
suo cappello a cilindro...
dal suo tempo clandestino
fuoco prometeico rubato al
gioco d'azzardo degli dei.
L'umano...
che si conclude sempre
sulla porta di
un punto di domanda...
col suo fiato corto
nell'affannata corsa
del suo cuore ostacolato...
testardo e intrepido...
rincorso dall'Apocalisse...
tormentato dal virus della vita...
tenuto febbricitante sul
cortometraggio della sua presenza.
L'umano...
questo sapersi...
questa coscienza...
questa mano tesa
sull'ansimare sordo dell'invisibile...
mezzo fenomeno e
mezzo fantasma...
nella ripida eclisse
del suo frammento a
estrarre secoli dal
suo cappello a cilindro...
dal suo tempo clandestino
fuoco prometeico rubato al
gioco d'azzardo degli dei.
L'umano...
che si conclude sempre
sulla porta di
un punto di domanda...
col suo fiato corto
nell'affannata corsa
del suo cuore ostacolato...
testardo e intrepido...
rincorso dall'Apocalisse...
tormentato dal virus della vita...
tenuto febbricitante sul
cortometraggio della sua presenza.
L'umano...
questo sapersi...
questa coscienza...
questa mano tesa
sull'ansimare sordo dell'invisibile...
sabato 9 giugno 2012
L'ULTIMA LUCE
Lontano dalla terra che
ci ha partoriti...
con queste nude coscienze che
tramano infuocate presenze...
nella strada del corpo :
ultimo sfuggente caposaldo che
rimane a mezz'aria tra
il cuore e il labbro
vermiglio di un sorriso.
Non c'è che un nitido
travolto inconsistente destino
nelle onde accavallate e
poi riassorbite in questo
restare di ombre e vibrazioni.
La notte e il giorno che
ci accompagnano
possono guardare nel
labirinto colorato della vita e
accogliere nel suo racconto
ogni ultima luce che ci resta.
Lontano dalla terra che
ci ha partoriti...
con queste nude coscienze che
tramano infuocate presenze...
nella strada del corpo :
ultimo sfuggente caposaldo che
rimane a mezz'aria tra
il cuore e il labbro
vermiglio di un sorriso.
Non c'è che un nitido
travolto inconsistente destino
nelle onde accavallate e
poi riassorbite in questo
restare di ombre e vibrazioni.
La notte e il giorno che
ci accompagnano
possono guardare nel
labirinto colorato della vita e
accogliere nel suo racconto
ogni ultima luce che ci resta.
lunedì 27 febbraio 2012
mercoledì 16 febbraio 2011
DON CHISCIOTTE
Ho scrosciato con la pioggia
tutta la notte
nel gomitolo rannicchiato
del corpo
in balia d'una presenza
carica d'una veglia
in una dispersa assenza.
Nell'androne infinito dell'oscurità
ricevo la notte
come un'amica
in un andirivieni
di respiri e di battiti
che lasciano senza meta
quest'andatura da
Don Chisciotte stordito.
martedì 26 gennaio 2010
IL MOTORE DEL MONDO
Non avrò che un po' di tristezza
da regalare alle tue vittorie,
e una bandiera rosso sangue
sopra il tuo cerimonioso pianto
consacrato alla patria.
I monumenti di pietra
parleranno di democrazia
e di sacrifici umani
dovuti all'altare del mondo.
Ma ciò che avvince di più
è però la ragione del nostro sistema.
Si! Guardate pure com'è bello!
Si! Gustate pure come appaga
avere mille ragioni e verità
da regalare alla fiera vanità!
E tu, palpitante leggenda
con gli occhiali appannati
a stelle e strisce,
accarezzi il trofeo della gloria
e pensi:
"Viva la statua della libertà".
Ma intanto i bambini
piangono sulle strade,
i morti non dicono più niente,
il gioco è efferato e violento.
Perché il motore
perverso del mondo
funziona sempre
a vite umane?!
da regalare alle tue vittorie,
e una bandiera rosso sangue
sopra il tuo cerimonioso pianto
consacrato alla patria.
I monumenti di pietra
parleranno di democrazia
e di sacrifici umani
dovuti all'altare del mondo.
Ma ciò che avvince di più
è però la ragione del nostro sistema.
Si! Guardate pure com'è bello!
Si! Gustate pure come appaga
avere mille ragioni e verità
da regalare alla fiera vanità!
E tu, palpitante leggenda
con gli occhiali appannati
a stelle e strisce,
accarezzi il trofeo della gloria
e pensi:
"Viva la statua della libertà".
Ma intanto i bambini
piangono sulle strade,
i morti non dicono più niente,
il gioco è efferato e violento.
Perché il motore
perverso del mondo
funziona sempre
a vite umane?!
mercoledì 13 gennaio 2010
PRECARIETA'
La sagoma svuotata
nello specchio intravista
come spettro spezzato
stampata nel precario equilibrio
vita-morte
con le redini quasi recise
da un rivolo rosso
di sangue-dolore
fusione con l'essere
che il tempo svaga e svanisce.
Quelle redini
tese come tendini
conficcate e vive
nel morso della carne che corrode
la fragile forza
dove l'ombra insiste
percuotendo il dilemma
di dilettante uomo
sul bordo insicuro
sulla lama in equilibrio.
nello specchio intravista
come spettro spezzato
stampata nel precario equilibrio
vita-morte
con le redini quasi recise
da un rivolo rosso
di sangue-dolore
fusione con l'essere
che il tempo svaga e svanisce.
Quelle redini
tese come tendini
conficcate e vive
nel morso della carne che corrode
la fragile forza
dove l'ombra insiste
percuotendo il dilemma
di dilettante uomo
sul bordo insicuro
sulla lama in equilibrio.
giovedì 1 ottobre 2009
Dove sei?
Perché non riesco a trovarti?
Questo vissuto
plastificato, meccanico,
non è per noi,
che conosciamo
il movimento
di emozioni,
che abbiamo bisogno
di plasmarci in un'armonia.
Dove sei?
Perché non riesco
a trovarti?
Scavami...
sprofondami nell'intenzione...
affonda fino a farmi male...
fino a scalfirmi la tristezza.
Stanotte ho pisciato sangue
sopra il giorno passato,
stanotte avrei ballato con te
fino al pianto della carne.
Dove sei?
Rincorsa di venti
e sabbie tormentate
danzate al sole del
fiato primordiale.
Perché non riesco a trovarti?
Questo vissuto
plastificato, meccanico,
non è per noi,
che conosciamo
il movimento
di emozioni,
che abbiamo bisogno
di plasmarci in un'armonia.
Dove sei?
Perché non riesco
a trovarti?
Scavami...
sprofondami nell'intenzione...
affonda fino a farmi male...
fino a scalfirmi la tristezza.
Stanotte ho pisciato sangue
sopra il giorno passato,
stanotte avrei ballato con te
fino al pianto della carne.
Dove sei?
Rincorsa di venti
e sabbie tormentate
danzate al sole del
fiato primordiale.
venerdì 10 luglio 2009
L'UOMO DEL BAR
L'uomo del bar
entra importante.
Saluta tutti
con grandi sorrisi,
come tutti
fossero amici.
Poi ordina il solito.
Si confronta un momento
sul bordo del bicchiere,
poi di colpo
se lo ficca in gola
per troncare
ogni dispiacere.
L'uomo del bar
a volte entra silenzioso.
Non saluta nemmeno,
non ti guarda negli occhi.
Cerca un giornale e
si nasconde in un angolo
a bere senza voglia
il suo caffè amaro.
L'uomo del bar
si confida spesso.
Racconta di sé,
di tutte le donne
che ha avuto,
di tutte le ingrate
che lo hanno lasciato,
di tutte le fidanzate
che non sanno di esserlo.
L'uomo del bar
sa quello che vuole!
Lui è uno che sa farsi valere!
Bestemmia con rabbia,
poi ingoia di colpo
un altro bicchiere.
entra importante.
Saluta tutti
con grandi sorrisi,
come tutti
fossero amici.
Poi ordina il solito.
Si confronta un momento
sul bordo del bicchiere,
poi di colpo
se lo ficca in gola
per troncare
ogni dispiacere.
L'uomo del bar
a volte entra silenzioso.
Non saluta nemmeno,
non ti guarda negli occhi.
Cerca un giornale e
si nasconde in un angolo
a bere senza voglia
il suo caffè amaro.
L'uomo del bar
si confida spesso.
Racconta di sé,
di tutte le donne
che ha avuto,
di tutte le ingrate
che lo hanno lasciato,
di tutte le fidanzate
che non sanno di esserlo.
L'uomo del bar
sa quello che vuole!
Lui è uno che sa farsi valere!
Bestemmia con rabbia,
poi ingoia di colpo
un altro bicchiere.
venerdì 19 giugno 2009
ALZHEIMER
Ti tenevo per mano
mentre la sera penzolava
dalle foglie del tiglio.
Ti era seduta accanto
la mia ultima volta:
poi sparisti oltre
il limite della memoria,
nella terra del tuo
primo respiro;
e falena volasti
nel prato umido di silenzio
fino alla finestra illuminata
da una luce che
potesse riscaldare
il tuo mantello di buio.
Pensavi a un'anima immortale
forgiata dagli dei
stampata nell'eterno:
eri il sogno del tuo sogno!
Un calamaio che voleva raccogliere
tutte le parole dei tempi.
L'ultima volta
mi davi del Lei e
mi guardavi smarrita.
Avevi perso anche quel po' di paradiso
che ti sei permessa d'inventare
in quel tuo mondo di preghiere
e quelle favole di cieli
riflessi ora nel pozzo oscurato
del rarefare della mente.
mentre la sera penzolava
dalle foglie del tiglio.
Ti era seduta accanto
la mia ultima volta:
poi sparisti oltre
il limite della memoria,
nella terra del tuo
primo respiro;
e falena volasti
nel prato umido di silenzio
fino alla finestra illuminata
da una luce che
potesse riscaldare
il tuo mantello di buio.
Pensavi a un'anima immortale
forgiata dagli dei
stampata nell'eterno:
eri il sogno del tuo sogno!
Un calamaio che voleva raccogliere
tutte le parole dei tempi.
L'ultima volta
mi davi del Lei e
mi guardavi smarrita.
Avevi perso anche quel po' di paradiso
che ti sei permessa d'inventare
in quel tuo mondo di preghiere
e quelle favole di cieli
riflessi ora nel pozzo oscurato
del rarefare della mente.
giovedì 2 aprile 2009
GIRO-GIRO-TONDO
Giro-giro-tondo
che bel mappamondo
affannata s'è la terra
non finisce guerra.
Giro-giro-tondo
non s'è toccato il fondo
la vita nella serra
l'amore sotto terra.
Perché amore fa rima con dolore?
Perché canto fa rima con pianto?
Perché gioire fa rima con patire?
Perché lealtà fa rima con falsità?
Giro-giro-tondo
com'è strano il mondo
che gioca a far sopprusi
che gioca a nascondino.
Giro-giro-tondo
com'è buono il mondo
una torta da mangiare
grosse fette da tagliare.
Perché violentare fa rima con amare?
Perché la storia
questa pesante memoria
che non ho vissuto
che non ho deciso!
Oh si!
Restare vergini
privi di storia!
Senza sofferenza
per il nero che c'è stato e
per il bianco da riavere.
La storia è un cadavere
tenuto in vita col
dolore della memoria:
illusione di un'insicura
sicurezza.
Giro-giro-tondo
com'è grande il mondo
com'è lunga la storia
piena di memoria.
Legati alla macina della storia
potremo mai fare
radicali cambiamenti?
Giro-giro-tondo
com'è strano il mondo
grosso come un cuore
spaccato dal dolore.
Giro-giro-tondo
inseguiti dalla storia
non avremo scampo
futuro e libertà.
Giro-giro-tondo
la storia ti trascina
in fondo alla rovina,
tu pensi abbia un senso
ma è solo un interminabile
perverso tormento.
che bel mappamondo
affannata s'è la terra
non finisce guerra.
Giro-giro-tondo
non s'è toccato il fondo
la vita nella serra
l'amore sotto terra.
Perché amore fa rima con dolore?
Perché canto fa rima con pianto?
Perché gioire fa rima con patire?
Perché lealtà fa rima con falsità?
Giro-giro-tondo
com'è strano il mondo
che gioca a far sopprusi
che gioca a nascondino.
Giro-giro-tondo
com'è buono il mondo
una torta da mangiare
grosse fette da tagliare.
Perché violentare fa rima con amare?
Perché rubare fa rima con donare?
Perché la storia
questa pesante memoria
che non ho vissuto
che non ho deciso!
Oh si!
Restare vergini
privi di storia!
Senza sofferenza
per il nero che c'è stato e
per il bianco da riavere.
La storia è un cadavere
tenuto in vita col
dolore della memoria:
illusione di un'insicura
sicurezza.
Giro-giro-tondo
com'è grande il mondo
com'è lunga la storia
piena di memoria.
Legati alla macina della storia
potremo mai fare
radicali cambiamenti?
Giro-giro-tondo
com'è strano il mondo
grosso come un cuore
spaccato dal dolore.
Giro-giro-tondo
inseguiti dalla storia
non avremo scampo
futuro e libertà.
Giro-giro-tondo
la storia ti trascina
in fondo alla rovina,
tu pensi abbia un senso
ma è solo un interminabile
perverso tormento.
giovedì 5 febbraio 2009
AFRICA
Lo stillio della goccia
che tocca la sete quotidiana
incisa a morsi sulle aride
crepe di un silenzio,
nell'asfissia vissuta
in ogni guerra
continuamente persa
nell'epidemia del pianeta.
Lo stillio della goccia
perla di rubino
bruciata in mezzo a una ferita
di un affare losco o
un dilagare di lebbra,
colera o aids,
in una divisione di
primi, secondi e terzi mondi,
sul corpo violentato:
del continente nero
del continente rosso
del continente frustato.
Lo stillio della goccia
è una lacrima
letta e ignorata
quasi per distrazione,
è un'ombra che si muove
vicino a un artiglio di guerra,
sulla faccia cicatrizzata:
dell'Africa nera
dell'Africa rossa
dell'Africa stuprata.
che tocca la sete quotidiana
incisa a morsi sulle aride
crepe di un silenzio,
nell'asfissia vissuta
in ogni guerra
continuamente persa
nell'epidemia del pianeta.
Lo stillio della goccia
perla di rubino
bruciata in mezzo a una ferita
di un affare losco o
un dilagare di lebbra,
colera o aids,
in una divisione di
primi, secondi e terzi mondi,
sul corpo violentato:
del continente nero
del continente rosso
del continente frustato.
Lo stillio della goccia
è una lacrima
letta e ignorata
quasi per distrazione,
è un'ombra che si muove
vicino a un artiglio di guerra,
sulla faccia cicatrizzata:
dell'Africa nera
dell'Africa rossa
dell'Africa stuprata.
lunedì 22 dicembre 2008
E' TORNATO NATALE
Tra le fiabe di Walt Disney
e i miraggi degli spots,
Natale è tornato
con la sua slitta restaurata
e la promessa che il mondo
sarà migliore...
almeno nel contorno.
Con un Dio che nasce povero
e salva il mondo dei ricchi
dei surrogati
degli sceicchi.
Natale nel balsamo
nell'anelito del buono
vocato alle stalle,
alle stelle,
alle grotte, alle capanne.
Nel significato
che germina prodigio.
Ammantato di buone intenzioni
di ottime cauzioni
antidoti a Belzebù.
Allora...esultiamo!
Adoriamo fumo
nella benedizione d'un incenso,
per incontrar l'azzurro
puro e denso senza
bardature di stracci.
Passeremo redenti con
i nasi alle nuvole...sorridenti
pel cammino d'un Verbo
liberato dal riservo.
E senza aver freddo
cantiamo "osanna"
alle luci artificiali,
alla favola dei Magi,
nell'odore incenerito
dell'ultimo vuoto...inerme
spirito stordito.
e i miraggi degli spots,
Natale è tornato
con la sua slitta restaurata
e la promessa che il mondo
sarà migliore...
almeno nel contorno.
Con un Dio che nasce povero
e salva il mondo dei ricchi
dei surrogati
degli sceicchi.
Natale nel balsamo
nell'anelito del buono
vocato alle stalle,
alle stelle,
alle grotte, alle capanne.
Nel significato
che germina prodigio.
Ammantato di buone intenzioni
di ottime cauzioni
antidoti a Belzebù.
Allora...esultiamo!
Adoriamo fumo
nella benedizione d'un incenso,
per incontrar l'azzurro
puro e denso senza
bardature di stracci.
Passeremo redenti con
i nasi alle nuvole...sorridenti
pel cammino d'un Verbo
liberato dal riservo.
E senza aver freddo
cantiamo "osanna"
alle luci artificiali,
alla favola dei Magi,
nell'odore incenerito
dell'ultimo vuoto...inerme
spirito stordito.
sabato 13 dicembre 2008
QUESTA BELLA ITALIA
Questa bella Italia
che mostra le cosce
e le tette al silicone
su tutti i canali della televisione.
Questa sorella Italia
con un grande fratello
figlio illegittimo di un popolo
che non sa pensare.
E l'Italia dei famosi
che strepita e si accapiglia
ma davvero mi assomiglia?
Povera Italia partigiana
dov'è così difficile
riscattare un libero pensare!
Che bella l'Italia
quella dei raccomandati,
delle mani pulite
delle mani sporche,
dove si vende e si compra
verniciando tutto con "l'onore"
a pennellate mediatiche di diplomazia.
Bella questa Italia mia
di ridenti farabutti
che si comprano il paradiso,
e di chi andrà all'inferno
perché non ci crede più.
Con le radio commerciali
gli spots, i telegiornali,
dove tu non puoi esserci
sei andato a farti quattro passi
fuori dal chiasso del paradossale.
Bella questa Italia
dove si muore in silenzio
sotto anestesia
intorpiditi al nemico
che non devi riconoscere.
Bella questa Italia
con gli occhiali alla moda
continuamente da cambiare,
con le polveri sottili
e l'ipocrisia che galleggia.
Bella, bella l'Italia
finché riesci ad arrangiarti,
finché sai barcamenarti,
che sputa quando
hai finito di parlare!
Con la cornucopia d'una fortuna
tutt'altro che cieca.
Bella l'Italia con il lupo
e cappuccetto rosso,
con l'oro del Vaticano
che ti lascia commosso;
con Gesù Cristo
rimasto inutilmente sulla croce
a urlare un suo silenzio
di pena atroce;
coi capelli pettinati all'americana
e le gambe divaricate
tra una "via crucis" e una mazzetta.
Bella l'Italia
democratica
cristiana
romantica
mammona
e benedetta.
che mostra le cosce
e le tette al silicone
su tutti i canali della televisione.
Questa sorella Italia
con un grande fratello
figlio illegittimo di un popolo
che non sa pensare.
E l'Italia dei famosi
che strepita e si accapiglia
ma davvero mi assomiglia?
Povera Italia partigiana
dov'è così difficile
riscattare un libero pensare!
Che bella l'Italia
quella dei raccomandati,
delle mani pulite
delle mani sporche,
dove si vende e si compra
verniciando tutto con "l'onore"
a pennellate mediatiche di diplomazia.
Bella questa Italia mia
di ridenti farabutti
che si comprano il paradiso,
e di chi andrà all'inferno
perché non ci crede più.
Con le radio commerciali
gli spots, i telegiornali,
dove tu non puoi esserci
sei andato a farti quattro passi
fuori dal chiasso del paradossale.
Bella questa Italia
dove si muore in silenzio
sotto anestesia
intorpiditi al nemico
che non devi riconoscere.
Bella questa Italia
con gli occhiali alla moda
continuamente da cambiare,
con le polveri sottili
e l'ipocrisia che galleggia.
Bella, bella l'Italia
finché riesci ad arrangiarti,
finché sai barcamenarti,
che sputa quando
hai finito di parlare!
Con la cornucopia d'una fortuna
tutt'altro che cieca.
Bella l'Italia con il lupo
e cappuccetto rosso,
con l'oro del Vaticano
che ti lascia commosso;
con Gesù Cristo
rimasto inutilmente sulla croce
a urlare un suo silenzio
di pena atroce;
coi capelli pettinati all'americana
e le gambe divaricate
tra una "via crucis" e una mazzetta.
Bella l'Italia
democratica
cristiana
romantica
mammona
e benedetta.
venerdì 12 dicembre 2008
lunedì 3 novembre 2008
martedì 14 ottobre 2008
domenica 7 settembre 2008
domenica 15 giugno 2008
sabato 7 giugno 2008
domenica 1 giugno 2008
mercoledì 14 maggio 2008
VIAGGIO ATTRAVERSO - Versi introduttivi
La vita è uno strano
tipo di sogno
immerso dentro
ad un altro sogno,
e poi un altro
e un altro ancora:
non sappiamo
quanti sono.
Il compito è
svegliarci dai sogni
nel cammino del vivere
in una specie di viaggio
attraverso noi stessi
e la vita che frequentiamo.
-
-
Invece di sogni, avrei potuto definirli incantesimi come nelle favole, oppure stati ipnotici, come preferisce la psicologia. La sostanza non cambia! I sogni sono gli occhiali della parzialità
con cui guardiamo il mondo.
mercoledì 30 aprile 2008
VITA IMPAZZITA
Il giorno
s'arrende alla notte.
Si ferma
la vita impazzita.
Riposa la valle,
dorme la neve.
Frammenti d'esistenza
volano via.
-
Striscia cauto il tempo
fra le rovine umane.
s'arrende alla notte.
Si ferma
la vita impazzita.
Riposa la valle,
dorme la neve.
Frammenti d'esistenza
volano via.
-
Striscia cauto il tempo
fra le rovine umane.
mercoledì 2 aprile 2008
SEGRETO
Custodisco un segreto
che ogni vita nasconde,
murato nel cuore
un dolore
che la terra raccoglie,
madre da sempre
ama in silenzio.
che ogni vita nasconde,
murato nel cuore
un dolore
che la terra raccoglie,
madre da sempre
ama in silenzio.
mercoledì 6 febbraio 2008
mercoledì 16 gennaio 2008
domenica 30 dicembre 2007
PRESAGIO
L'antico presagio
di donna e di vita,
dentro il tuo corpo
fino alle viscere del tempo
aspetta il segreto.
Le nostre mani
consegneremo alla terra,
il nostro cuore
alla luce.
di donna e di vita,
dentro il tuo corpo
fino alle viscere del tempo
aspetta il segreto.
Le nostre mani
consegneremo alla terra,
il nostro cuore
alla luce.
giovedì 27 dicembre 2007
Difficile Crescere
Difficile crescere
fra la vita e la terra.
L'acqua che scende
avvolge velate luci.
E quando rinascerò
sotto l'abete
nascosto al mondo
che opprime
sarò un acuto
silenzio.
fra la vita e la terra.
L'acqua che scende
avvolge velate luci.
E quando rinascerò
sotto l'abete
nascosto al mondo
che opprime
sarò un acuto
silenzio.
giovedì 13 dicembre 2007
lunedì 19 novembre 2007
domenica 16 settembre 2007
lunedì 10 settembre 2007
giovedì 28 giugno 2007
Da " Il Respiro Delle Parole "
La vanità è il bel vestito che ci cuciamo addosso
perché non sopportiamo la nudità di noi stessi.
martedì 19 giugno 2007
CREATURE FRAGILI - da " Il Respiro Delle Parole "
Le poesie
sono creature fragili:
sono fatte di un respiro
di un cerchio nell'acqua
di un battito d'ala:
di vibrazioni vivono
di vibrazioni muoiono.
Sono come farfalle
leggere, silenziose,
caricate di luce e colori
hanno vita breve:
svaniscono di crepuscolo.
-
-
Le poesie sono storie di un attimo: emozioni, sensazioni, pensieri. Questa è la loro forza e la loro fragilità. La loro forza, perché possono toccare punti molto profondi e delicati del nostro essere. La loro fragilità, perché queste profondità non si lasciano afferrare e trattenere come comuni oggetti: possono arrivare e poi andarsene, non ne abbiamo un diretto controllo.
sabato 16 giugno 2007
L'ANIMA CHE ASCOLTA - da " Il Respiro Delle Parole "
Ogni ramo
ha la sua primavera,
ogni braccio
ha la sua forza,
ogni grembo di terra
la sua pioggia.
Ogni colore
ha la sua luce.
Ogni rumore
il suo silenzio.
Per ogni battito
del tuo vivere,
c'è un'anima che ascolta.
ha la sua primavera,
ogni braccio
ha la sua forza,
ogni grembo di terra
la sua pioggia.
Ogni colore
ha la sua luce.
Ogni rumore
il suo silenzio.
Per ogni battito
del tuo vivere,
c'è un'anima che ascolta.
-
-
Percepire l'armonia delle cose, vuol dire anche non sentirsi isolati nel mondo che ci circonda, vuol dire sentirsi parte di quella armonia.
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